Le microplastiche sono frammenti di plastica di dimensioni estremamente ridotte, solitamente inferiori ai 5 millimetri, che contaminano ormai quasi tutti gli ecosistemi acquatici. Questo tipo di inquinamento rappresenta una delle più gravi minacce per la salute degli oceani, della fauna marina e, indirettamente, anche dell’uomo.
Quando mangiamo pesci, molluschi e crostacei contaminati, anche noi rischiamo di ingerire queste microplastiche e le tossine che vi si sono collegate. Anche se la quantità di microplastiche ingerita è minima, l’esposizione prolungata può avere effetti nocivi sulla salute umana, tra cui potenziali rischi per il sistema endocrino, il sistema immunitario e possibili effetti cancerogeni.
Le Principali Fonti di Microplastiche
Le microplastiche provengono da diverse fonti e sono presenti in molti oggetti di uso comune, spesso in modo inaspettato. Le principali fonti di microplastiche si dividono in due categorie: microplastiche primarie, già prodotte in dimensioni microscopiche, e microplastiche secondarie, che derivano dalla frammentazione di oggetti di plastica più grandi. Vediamo più nel dettaglio le principali fonti.
1. Abbigliamento sintetico
I tessuti sintetici, come il poliestere, il nylon, l’acrilico e l’elastan, rilasciano microfibre durante ogni lavaggio. Queste microfibre, essendo di plastica, sono considerate microplastiche primarie. Poiché gli impianti di trattamento delle acque non sono sempre in grado di filtrare le particelle così piccole, una parte significativa delle microfibre rilasciate dai nostri vestiti finisce nei mari e negli oceani.
2. Mozziconi di sigarette
I filtri delle sigarette sono fatti di acetato di cellulosa, una plastica che impiega molti anni per degradarsi. Ogni volta che un mozzicone di sigaretta viene gettato nell’ambiente, libera microplastiche che si disperdono facilmente nell’acqua e nel terreno. I mozziconi sono tra i rifiuti plastici più comuni e una fonte significativa di microplastiche.
3. Prodotti cosmetici e di cura personale
Alcuni cosmetici, come scrub per il viso, dentifrici e gel doccia, contengono microperline, piccole particelle di plastica aggiunte per ottenere un effetto esfoliante. Anche se molti paesi hanno iniziato a vietarne l’uso, questi prodotti rimangono ancora in commercio in alcune aree. Le microperline, essendo piccolissime, sfuggono facilmente ai sistemi di filtraggio e finiscono nei corsi d’acqua.
4. Pneumatici
Gli pneumatici dei veicoli sono realizzati con una miscela di gomma e plastica. Con l’usura dovuta all’attrito sulla strada, rilasciano piccolissime particelle di plastica, che vengono poi trasportate nell’ambiente. La polvere di pneumatici è una delle fonti più consistenti di microplastiche nelle città e sulle strade.
5. Vernici
Le vernici, usate per rivestimenti stradali, edifici, navi e altri oggetti, contengono microparticelle plastiche. Col tempo, queste vernici si sfaldano e rilasciano minuscole particelle che finiscono nell’aria e nell’acqua. Le vernici utilizzate sulle imbarcazioni, in particolare, contribuiscono direttamente alla dispersione delle microplastiche in mare.
6. Imballaggi e oggetti in plastica monouso
Oggetti come bottiglie, sacchetti e contenitori di plastica si degradano lentamente nell’ambiente, frammentandosi in microplastiche. Anche gli imballaggi alimentari e le pellicole in plastica, che sono ampiamente usati e spesso dispersi nell’ambiente, costituiscono una fonte significativa di microplastiche secondarie quando si rompono.
7. Attrezzature per la pesca e sport acquatici
hanno un impatto considerevole anche le attività in mare come pesca intensiva, acquacoltura e navigazione, che provocano la dispersione in acqua di nasse, reti e cassette per il trasporto del pesce. Con l’esposizione al sole e alle onde, si degradano in microplastiche che entrano direttamente negli ecosistemi marini.
Impatto sulle specie marine e sulla catena alimentare
Le microplastiche sono facilmente ingerite dagli organismi marini che spesso scambiano queste particelle per cibo, ingerendole inconsapevolmente. Questo causa loro vari problemi di salute: le microplastiche possono ostruire il tratto digerente, provocare lesioni interne e influenzare negativamente la riproduzione e la crescita, oppure possono causare la morte da soffocamento per l’ingerimento di frammenti di plastica scambiati per pesci. Inoltre, le microplastiche trasportano altre sostanze chimiche tossiche, come pesticidi e metalli pesanti, che penetrano nei tessuti degli organismi marini.
È inevitabile che queste sostanze entrino nel nostro organismo tramite l’ingestione di cibo e acqua o l’inspirazione dall’aria.
Un recente studio condotto dalla Vrije Universiteit Amsterdam e pubblicato su Environment International ha rilevato per la prima volta la presenza di microplastiche nel sangue umano. Analizzando campioni prelevati da 22 adulti sani, i ricercatori hanno trovato tracce di plastica in 17 di loro. Le tipologie di microplastiche più comuni erano PET (nelle bottiglie), polistirene (imballaggi alimentari) e polietilene (buste di plastica).
Tuttavia, le conseguenze sulla salute sono ancora poco conosciute, anche se esperimenti di laboratorio dimostrano che le microplastiche possono danneggiare le cellule umane. Il problema è aggravato dall’aumento della produzione di plastica, prevista per raddoppiare entro il 2040.
Il tuo intervento mette in evidenza un problema cruciale per il nostro pianeta e la nostra salute. L’inquinamento da microplastiche è una questione che spesso sottovalutiamo, ma i suoi effetti sono ormai evidenti in ogni aspetto della vita, dagli ecosistemi marini alla nostra stessa alimentazione.
È interessante notare come le fonti di microplastiche siano così varie, coinvolgendo oggetti di uso quotidiano come abbigliamento, cosmetici e pneumatici. Questo dimostra quanto sia necessario un cambiamento radicale nelle nostre abitudini di consumo e nella progettazione dei prodotti. Penso che sia fondamentale investire in soluzioni innovative, come materiali biodegradabili e sistemi di filtraggio più efficaci per gli impianti di trattamento delle acque.
Inoltre, ritengo che sensibilizzare il pubblico su questi temi sia una priorità. Solo aumentando la consapevolezza possiamo spingere i governi e le aziende a prendere misure più ambiziose per ridurre la produzione di plastica e gestirne meglio il ciclo di vita.
Le microplastiche rappresentano una sfida ambientale di enorme portata, minacciando la salute degli ecosistemi e delle specie viventi. È fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere soluzioni sostenibili per ridurre l’impatto di questi inquinanti invisibili ma devastanti.
Brava continua cosi💪🏻💪🏻
L’inquinamento invisibile sotto tutti i punti di vista…
Invisibile anche per chi dovrebbe intervenire ma fa finta di non vedere…🧜♀️🐟🌊