Gli Omega-3 sono acidi grassi essenziali che svolgono un ruolo fondamentale per il benessere dell’organismo, contribuendo alla salute del cuore, del cervello e del sistema immunitario. Poiché il nostro corpo non è in grado di sintetizzarli autonomamente in quantità sufficienti, è indispensabile assumerli attraverso l’alimentazione o mediante integratori specifici.
Ma da dove provengono realmente gli Omega-3?
Le alghe costituiscono una base importante per la nostra alimentazione, ma nonostante questo, sappiamo molto poco su di loro. Fortunatamente, si investe sempre di più in questo settore, permettendo di fare studi più approfonditi.
Questi studi ci hanno permesso di capire che la fonte originaria di Omega-3 non è il pesce, bensì le alghe. I pesci ne diventano ricchi poiché si nutrono di alghe o di altri organismi che a loro volta le consumano.
Le microalghe utilizzano la luce solare e l’anidride carbonica per produrre Omega-3 EPA-DHA. Le alghe marine, come ad esempio Schizochytrium spp., producono naturalmente acidi grassi Omega-3 EPA e DHA utilizzando l’energia della luce solare. Durante il processo, catturano l’anidride carbonica e rilasciano ossigeno.
Si stima che ci siano circa 1 milione di specie diverse di alghe. Le alghe Chlorella e Spirulina sono conosciute da diversi anni, ma queste specie di alghe hanno livelli insignificanti di Omega-3. Con la scoperta dell’alga Schizochytrium, abbiamo ora a disposizione un’alga ricca di Omega-3 che rappresenta una vera alternativa al consumo di pesce.
Le principali microalghe note per la loro capacità di produrre elevate quantità di Omega-3 includono:
- Schizochytrium sp.: conosciuta per il suo alto contenuto di DHA, questa microalga è ampiamente utilizzata nella produzione commerciale di integratori.
- Crypthecodinium cohnii: utilizzata specificamente per la produzione di DHA, è impiegata nella formulazione di alimenti per neonati.
- Nannochloropsis sp.: ricca di EPA, è spesso utilizzata nell’acquacoltura e come integratore alimentare.
L’OMEGA 3 DELLE ALGHE è IDENTICO A QUELLO CONTENUTO NEL PESCE?
L’Omega-3 derivato dalle alghe è identico a quello presente nei pesci. Il nostro organismo lo assimila nello stesso modo, perché le forme DHA ed EPA sono direttamente utilizzabili, senza bisogno di conversioni metaboliche.
Il discorso è diverso per l’Omega-3 vegetale (ALA) presente nei semi di lino e chia, che deve essere convertito dal nostro corpo in DHA/EPA. Sebbene si stima che l’organismo umano converta solo una parte (1/10) degli ALA in Omega-3, è dunque necessaria una consumazione costante di questi alimenti per assumere le giuste quantità di DHA/EPA.
In base ai Valori Dietetici di Riferimento (DRV) pubblicati dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare nel 2010, l’assunzione di 250 mg al giorno di acidi grassi Omega-3 a catena lunga negli adulti può ridurre il rischio di cardiopatie.
È UNA VALIDA ALTERNATIVA PIÙ SOSTENIBILE?
Assolutamente sì. L’olio di alghe è una delle migliori alternative per ottenere Omega-3 in modo più sostenibile e cruelty-free, evitando:
- L’overfishing (sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche)
- La contaminazione da metalli pesanti (piombo, mercurio) spesso presenti nei pesci di grossa taglia
- L’impatto ambientale della pesca industriale
Inoltre, gli Omega-3 da alghe possono essere coltivati in modo controllato e sostenibile, riducendo l’impatto sugli ecosistemi marini. Una fonte sostenibile e diretta di Omega-3 è l’olio di alghe. È biologicamente equivalente a quello del pesce, più puro e meno impattante per l’ambiente.
le alghe sono buone soprattutto nelle zeppolibe😋
🤣 è vero. Più alghe per tutti!
L’articolo evidenzia un aspetto spesso trascurato: le alghe sono la vera fonte primaria di Omega-3, non i pesci. Questo dato dovrebbe farci riflettere sull’impatto ambientale della pesca e su come possiamo ottenere questi acidi grassi essenziali in modo più sostenibile. Inoltre, se le alghe forniscono direttamente Omega-3, ha ancora senso affidarsi all’olio di pesce? E quanto è realmente efficace l’integrazione a base di alghe rispetto a quella tradizionale? Sarebbe interessante approfondire anche il tema della biodisponibilità e dell’assorbimento da parte del nostro organismo. Che ne pensate?