ANTIBIOTICO-RESISTENZA
Gli antibiotici sono stati acclamati come uno dei più grandi progressi della medicina dell’era moderna, poiché forniscono un potente strumento per combattere le infezioni batteriche. Tuttavia, come con qualsiasi strumento potente, esiste sempre il rischio di abusi e conseguenze indesiderate. Negli ultimi anni, l’uso eccessivo e improprio degli antibiotici nel settore agricolo ha creato una crisi globale: la resistenza agli antibiotici.
Nel 2019 sono stati quasi 5 milioni nel mondo i decessi associati alla resistenza antimicrobica: circa un quarto (1,27 milioni) come conseguenza diretta.
L’antibiotico-resistenza è già una realtà. Ogni anno, causa milioni di infezioni resistenti e centinaia di migliaia di morti. Se non si interviene in modo coordinato a livello mondiale, si stima che entro il 2050 la resistenza agli antibiotici potrebbe causare fino a 10 milioni di morti all’anno.
Se i batteri continuano a sviluppare resistenza, rischiamo di tornare indietro di oltre un secolo, quando: trapianti d’organo, chemioterapia,terapia intensiva, e anche interventi chirurgici di routine diventavano estremamente rischiosi per il pericolo di infezioni non curabili.
ABUSO DI ANTIBIOTICI NEGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI
Contrariamente a come si potrebbe pensare, gli antibiotici non sono utilizzati in prevalenza dagli umani per curarsi, ma in realtà il 70 per cento degli antibiotici prodotti nel mondo viene utilizzato negli allevamenti intensivi.
Negli allevamenti intensivi, infatti, Gli animali vengono imbottiti di farmaci affinché sopravvivano alle raccapriccianti condizioni di vita degli allevamenti e possano arrivare in vita al macello. Gli antibiotici sono spesso utilizzati non solo per curare le infezioni, ma anche per prevenirle e – fino a qualche anno fa – per accelerare la crescita degli animali. (Somministrando queste sostanze anche a bestie perfettamente sane)
Nonostante in Europa sia vietato l’uso di antibiotici come promotori della crescita, in molti altri paesi del mondo questa pratica è ancora comune.
Ma nonostante questo, esistono comunque scappatoie legali e controlli insufficienti, per cui il problema non è affatto risolto.
In seguito ad un’analisi commissionata dall’Unione europea in tutti i paesi membri è emerso che batteri resistenti agli antibiotici sono la maggioranza negli allevamenti italiani.
Il problema è molto più grave di quanto si possa pensare: queste sostanze vengono somministrate anche ad animali perfettamente sani, costretti a vivere in condizioni di sovraffollamento e scarsa igiene, ambienti ideali per la proliferazione dei batteri. Per prevenire infezioni in questi contesti, si fa spesso ricorso in modo massiccio agli antibiotici, favorendo così l’emergere di batteri sempre più resistenti.
Con questo uso indiscriminato, l’uomo rischia di rendere inutilizzabile la sua arma più efficace contro le infezioni batteriche. Nonostante questo problema sia noto da tempo, non si adottano provvedimenti concreti. Il problema è che alla base c’è una forte domanda di carne, che spinge verso una produzione intensiva finalizzata al massimo profitto, spesso a discapito della salute pubblica, e a discapito degli animali, (che ci interessano sempre troppo poco)
BATTERI RESISTENTI: RISCHI PER LA SALUTE
Questo è un gravissimo problema per la nostra salute, poiché questi batteri ormai resistenti agli antibiotici possono diffondersi agli esseri umani:
- attraverso il consumo di carne contaminata. Il consumo di questa carne può provocare disturbi cronici e rendere inefficaci i medicinali quando se ne abbia effettiva necessità, rendendoci vulnerabili anche alle patologie più comuni.
- per contatto diretto con gli animali. Gli allevatori e le persone che lavorano a stretto contatto con animali negli allevamenti intensivi sono particolarmente esposti al rischio di entrare in contatto con batteri resistenti agli antibiotici.
- Ma non è tutto. I batteri resistenti possono essere eliminati dagli animali attraverso le feci, e qui il rischio diventa ancora più esteso. Queste feci vengono spesso utilizzate come fertilizzanti nei campi agricoli: un’abitudine che, se non attentamente controllata, può contaminare il suolo, le piante coltivate (come frutta e verdura), e perfino le falde acquifere. Di conseguenza, i batteri possono diffondersi attraverso l’acqua e ritornare all’essere umano tramite l’assunzione di acqua contaminata, cibo crudo o non lavato, o il semplice contatto con superfici o ambienti infetti.
Questo ciclo invisibile ma potentissimo rappresenta una minaccia concreta. Una volta che i batteri resistenti si diffondono nella comunità, diventa molto più difficile contenerli. Ecco perché è fondamentale ridurre l’uso degli antibiotici negli allevamenti, migliorare le condizioni igienico-sanitarie nella produzione alimentare e promuovere una maggiore consapevolezza pubblica su questa emergenza.
vai continua così 🔥🔥
🐷 Articolo molto ben articolato. Ancora una volta hai saputo evidenziare un argomento cosi ostico in poche e semplici parole. 🐮